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DONNA IMPRESA MAGAZINE LUGLIO/AGOSTO 2020 cover MARCELLA CARADONNA

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Una conversazione, quella con Marcella Caradonna, che potrei definire “ispirazionale“: in lei si ravvedono visione, audacia, pensiero critico, intuizione, emotività, sesto senso, creatività, ma è certamente il suo approccio “umanista” focalizzato sulla capacità di ascolto e comprensione del cambiamento, che mi ha davvero conquistata. Marcella è una donna che si è da sempre posta l’obiettivo di lavorare per costruire nuovi paradigmi di economia portando valori nuovi nella riflessione del mondo produttivo: un’economia diversa, un’economia del benessere e non un’economia del capitale. Le sua parole sono profetiche se messe in relazione al momento che stiamo vivendo in cui la globalizzazione ha fatto sì che venissero privilegiati i grandi mercati, le grandi imprese, le grandi banche a scapito del “piccolo” che ne è risultato sacrificato. L’attenzione alla dimensione locale è da sempre un suo baluardo, così come l’attenzione al sociale ed alle donne. In lei emerge una forte spiritualità: una spiritualità non teorica, ma una spiritualità vissuta intensamente, ricca di emozioni e di sentimenti autentici. Ha sempre lavorato per una finanza ad impatto positivo, per ampliare l’accesso al credito delle piccole e medie aziende e per l’empowerment femminile. Una professionista combattiva con una lunga esperienza sul territorio e una profonda conoscenza delle PMI che da anni si batte affinché ai Commercialisti venga riconosciuto il ruolo che svolgono nell’offrire supporto strategico alle imprese: un ruolo che a parer suo “Verrebbe ulteriormente valorizzato attraverso la collaborazione con gli operatori delle IPO e dell’M&A“. Vuole essere da monito ai colleghi la Presidente Caradonna, ritenendosi “A completa disposizione, affinché inizino un dialogo costruttivo con il mondo della finanza a tutto vantaggio delle imprese” in quanto crede che “Sia soprattutto in momenti difficili come questo che le nostre imprese abbiano estremo bisogno di finanziare il rilancio e la crescita attraverso operazioni di finanza straordinaria. Noi dobbiamo saper proporre ai nostri clienti soluzioni volte a uno sviluppo etico e finanziariamente sostenibile“. Il bivio è evidente: o restiamo tutti soli o ci diamo una mano a vicenda restando umani e ricercare linee unitarie d’intervento, essere solidali ed attuare buone pratiche consolidate risulterebbero vincenti contro lo spettro di una grande recessione che si fa di giorno in giorno realtà così come le scarse prospettive di crescita dopo questa crisi finanziaria globale. “Dobbiamo impegnarci ad immaginare/progettare una società migliore, recuperare una società/socialità che sia poi capace di ricostruire una polis in grado di darsi delle regole morali/etiche e civiche/civili di convivenza, dove l’interesse privato si concili consensualmente con l’interesse di tutti“. Per Marcella la vera forza risiede nei valori, l’etica è alla base di ogni sua azione “La pandemia dovrebbe essere un’occasione per riflettere sulla questione etica. Ciò vale anche per la vita quotidiana. Quando i nostri valori fanno leva su una bussola che seguiamo, siamo capaci di affrontare qualsiasi cosa; accade lo stesso con i nostri obiettivi: possiamo affrontarli quando si appoggiano su valori chiari e delineati. È questo che ci dà forza e ci incita a resistere, a persistere e a non desistere. I valori danno coerenza a una società e rendono possibile la convivenza sociale. Questo patto, esplicito o implicito, su ciò che fa bene ed è auspicabile e ciò che fa male o non è accettabile, è la materia da cui è costituito il tessuto sociale. Da un punto di vista più professionale, l’etica rimanda a quel “sapere” che è in grado di indirizzare qual si voglia professionista a capire quali sono i comportamenti più corretti da seguire per garantire un’assistenza adeguata alle esigenze e alle richieste delle persone assistite, che chiedono un servizio di cura non solo professionalmente elevato, ma anche umanamente qualificato. Attraverso l’approfondimento della dimensione etica abbiamo pertanto l’occasione di indirizzare il comportamento professionale, oltre che umano, di capire le ragioni che devono guidarlo, verso le motivazioni alla base di scelte che siano rispettose di ogni persona. L’etica e la professionalità debbono essere riconosciuti come principi guida anche da coloro che possono stentare a concretizzare quotidianamente questi valori. L’ordine professionale deve essere il luogo dove formare, da cui diffondere cultura, deve essere luogo preposto a orientare l’attività della comunità dei professionisti, in grado di venire in loro aiuto.

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Etica e professionalità sono due aspetti che convergono nel qualificare l’attività del commercialista; il commercialista ha una funzione della massima importanza al centro del sistema delle imprese, è il tutore delle regole e al tempo stesso è l’interprete delle modificazioni che intervengono nel mercato e che impongono l’adeguamento delle regole; come tutore delle regole parla agli operatori e li aiuta a sviluppare la propria attività in modo coerente alle stesse. Per affermare il proprio ruolo il commercialista deve essere dotato di autorevolezza; tale autorevolezza discende dalla sua statura etica e dalla sua professionalità. Etica diviene allora la consapevolezza del proprio ruolo, l’orgoglio e la dignità dell’uomo che si sente portatore di valori, che può contribuire al progresso del sistema economico. La professionalità diviene quindi frutto della decisione di essere coerenti con la scelta etica fatta. Per svolgere un ruolo importante al centro del sistema economico, non è lecito improvvisare, occorre essere dotati di una cultura profonda e aggiornata, che consenta di comprendere, valutare, guidare. “Non tutti gli uomini sono uguali, nella piramide umana ci sono uomini che riconoscono i valori ma che sono impacciati nel perseguirli, mentre altri si fanno carico di testimoniare questi valori, di insegnarli agli altri offrendo il proprio esempio. E l’esempio, a mio parere, è il più efficace insegnamento che si possa dare: un uomo è credibile quando offre un insegnamento, solo se da dimostrazione di saperlo seguire lui stesso. Anche per le aziende tenere una condotta eticamente responsabile significa conseguire un notevole vantaggio competitivo necessario alla sopravvivenza in un economia globale e, aumentando i valori della responsabilità e dell’onestà all’interno della compagine sociale, crea entusiasmo e spirito di appartenenza in tutti i lavoratori, contribuendo al consolidamento della reputazione dell’azienda”. Per Marcella Diventa inaccettabile qualsiasi concezione della produttività non in linea con il rispetto della persona e, all’opposto, qualsiasi concezione di fini sociali che possa di fatto sfociare in una strumentalizzazione del ruolo economico dell’impresa “Il mercato, sempre più esigente, valuta infatti le imprese non solo in termini di produzione di ricchezza materiale ma anche in termini più propriamente sociali. L’impresa deve percepire tali preoccupazioni e farle proprie se vuole sopravvivere alla sfida imposta dal mercato globale. Quando si pensa alla finanza etica, si pensa a qualcosa che è dissociata dal profitto, ma non è vero. In effetti il denaro se usato bene è una risorsa, perché aiuta chi ne ha bisogno. La risorsa denaro deve essere utilizzata per creare le condizioni dirette a migliorare la qualità della vita delle imprese e delle persone. Purtroppo, in questi ultimi 40 anni, la finanza si è trasformata in finanza speculativa. Dovremmo invertire la tendenza. Stiamo vivendo un periodo di trasformazione epocale dall’età contemporanea a un’altra era che verrà definita, molto probabilmente, dai nostri posteri. Per cui sarà necessario che, in questo momento di trasformazione, non vengano sacrificati i più fragili, i più deboli“. […]

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