ROLE MODEL

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Non esistono professioni per soli uomini o per sole donne.

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UN PROBLEMA SPESSO È LA MANCANZA DI MODELLI, PER CUI LE RAGAZZE PENSANO CHE IN CERTI RUOLI NON CI SIA POSTO PER LORO.

Manca un’informazione equilibrata e trasparente sulle reali opportunità che offre il mercato del lavoro che è sempre premiante per chi ha voglia di impegnarsi ed esprimersi con originalità, determinazione ed intraprendenza. Ogni adulto ha una grande responsabilità sociale nei confronti delle giovani generazioni, che hanno estremo bisogno di credere nelle proprie capacità attraverso messaggi positivi e punti di riferimento concreti in cui riconoscersi ed ai quali ispirarsi. In ogni società esistono idee precise su cosa significhi “essere Femmina o Maschio”, idee che influiscono nel modo in cui noi, donne o uomini, ci vestiamo, ci comportiamo, ci sentiamo, in una parola come sviluppiamo la nostra identità. In base al sesso biologico che abbiamo alla nascita, famiglia, scuola e società ci propongono abiti, giochi, modelli di comportamento e di relazione diversi e distinti tra loro: i cosiddetti modelli di ruolo di genere. Il ruolo di genere cioè la distinzione tra ruoli ritenuti “tipicamente” maschili e/o femminili, proprio perché determinato e trasmesso a livello sociale, è spesso influenzato da stereotipi cioè da aspettative consolidate riguardo i ruoli che uomini e donne dovrebbero assumere, in qualità del loro essere biologicamente uomini o donne. Aspettative che spesso, purtroppo, finiscono per ostacolare la realizzazione delle potenzialità e delle ambizioni personali. Il nostro comportamento è così influenzato fin dalla giovane età dagli stereotipi, anche se non ne siamo consapevoli. Infatti, il processo di socializzazione all’identità di genere, che prende avvio fin dalla più tenera età, risulta in buona parte condizionato dal contesto familiare di provenienza, dal gruppo dei pari, dai prodotti mediatici e da molteplici fattori ambientali.

Lavorare sull’identità e sui ruoli di genere per destrutturare gli stereotipi significa dunque lavorare sempre e soprattutto e costantemente a livello culturale. Il vedersi rappresentati, fin da piccole/i, solo in alcuni ruoli e attività può incidere sulla scelta occupazionale: i/le bambini/e hanno chiara idea di quali sono le professioni associate al loro genere e sviluppano una predilezione per tali professioni. Questo contribuisce a incrementare la segregazione professionale di genere. Gli uomini scartano alcune professioni, le donne hanno difficile accesso ad altre: ad esempio, i lavori “femminilizzati”, ossia legati a valori di cura (insegnamento nelle elementari, assistenza agli anziani e sociale in genere, ecc.) sono anche i lavori meno pagati, perché ritenuti non specialistici, in quanto basati su competenze che – si suppone – la donna possiede/dovrebbe possedere comunque per via del suo ruolo dentro casa (un altro stereotipo di genere). Viceversa, datori di lavoro e utenti di servizi di questo tipo, soprattutto quando si tratta di lavorare con bambini/e molto piccoli/e, tendono spesso a ritenere gli uomini poco adatti a svolgere tali lavori, mentre gli uomini che entrano in ambiti professionali tradizionalmente femminilizzati sono discriminati o guardati con sospetto, come confermano i rapporti della Commissione Europea citati in merito alle diffidenze che circondano gli uomini impiegati in scuole per l’infanzia. L’augurio è che i e le docenti, in continuità coi genitori, sostengano in maniera sempre più consapevole bambini e bambine nella generazione di modelli più autentici e vicini alle singole individualità e desideri. In tal modo, i soggetti in età evolutiva saranno agevolati nel compiere il necessario passaggio a livello cognitivo e di consapevolezza, sessuata, riguardo a chi sono e al senso, biostorico, di uno stare al mondo nel corpo di donna o di uomo. Indipendentemente dal gioco cui giocano e dal colore del vestito che indossano. Le interazioni con gli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, ecc.) e le pressioni socioculturali, strutturano nei bambini e nelle bambine ruoli sociali, modelli sociali di genere, percezioni ed immagini di sé destinati ad influenzare anche il futuro sviluppo multidimensionale della personalità infantile. Proprio per questo il consolidamento della propria identità sessuale e la percezione della differenza di genere non possono essere considerati un fatto prettamente biologico-naturalistico, ineluttabile, bensì eventi fortemente influenzati anche dai modelli educativi familiari, da condizionamenti storici socio-culturali e dalle proiezioni affettive che l’ambiente adulto riserva all’immaginario infantile… CONTINUA […]

ALL’INTERNO: DONNE E CARRIERE. STORIE DI SUCCESSO

TIZIANA ROCCA – ADRIANA SOARES – GIULIA DEL PIANO – ELISABETTA BRACCI – ORNELLA AUZINO – EMANUELA SPLENDORINI – LETIZIA MOTTA – DANILA VERSINI – ANTONELLA SALVATORE – GIULIA MOLINARI – CARMELA GRAZIA VITIELLO – ALESSIA CASONATO – LAURA AIMONE – ELENA CECCOLINI – SARA CALLEGARI – ROXANA LAURA GORDAN – ADRIANA AGOSTINI – MANUELA SALOUM – SANDRA PASERIO

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