NEL LIMITE – OPERE di Marilena Abbondanza in mostra dal 24 febbraio ad Avezzano – Italy

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VERNISSAGE: NEL LIMITE – OPERE di Marilena Abbondanza

dal 24 febbraio  alle ore 18,00 al 10 marzo 2018  Avezzano – Italy L’evento: https://www.facebook.com/events/202467720490665/

Studio uno ripartiamo da zero il giorno 24 febbraio alle ore 18,00 presenta le opere di Marilena Abbondanza con la particolare presenza del noto critico d’arte Andrea Ciresola

MARILENA ABBONDANZA

Marilena Abbondanza è nata a Trasacco (AQ) e frequenta l’Istituto d’Arte “V. Bellisario” dove consegue la maturità in

Arti Applicate. In seguito intraprende gli studi di Architettura e poi, per diversi anni, indaga l’antica arte del ricamo, pervenendo a trafori dove i vuoti e i pieni vengono valorizzati dalla luce. La ricerca continua fino alle attuali composizioni di linee e colori, frutto di studio dei bozzetti che mette in opera durante il processo d’ideazione delle opere.

NEL LIMITE ASTRATTO

C’è sempre un bianco sotto assedio, nei lavori che vedremo qui appena volteremo il lembo della pagina. Un bianco non ancora nato eppure già così presente. Un adulto prossimo, verbo pensato e inconcepibile, un apparente vuoto già riempito, proprio come accade nei sogni dove tutto è possibile. C’è un bianco sotto assedio, come è capitato al pensiero antico, che oggi svolge il ruolo di padre dentro il nostro elaboratore di sogni.

NEL LIMITE DELLA FIGURA

Passato il confine ero già dentro la città sospesa fra cielo e terra, mi sono fatto vento e l’ho percorsa scompigliando capelli, ombrelli aperti e chiusi, attraversando lo sguardo senza volto della madonna con bambino. Una musica gitana scuote gli amanti consumati fra il viola e il sogno. Hanno abbandonato l’ultimo bacio in riva al fiume navigato da un tamburello bambino, e il confine tracciato fra l’uomo e la donna è una voce flebile affidata al battito del cuore, nel solco principale che segna la mano della cartomante.

Il critico d’arte Andrea Ciresola, allo Studio Uno Ripartiamo da Zero, il giorno 24 febbraio  alle ore 18,00 illustrerà le opere di Marilena Abbondanza presentando anche il catalogo redatto dallo Studio Uno Ripartiamo da Zero. La mostra si potrarrà fino al 10 marzo 2018.

Circolo Iniziative Culturali Studio Uno Ripartiamo da Zero – Piazza castello 7_Avezzano _ Italy 

INFO: 

studiounoripartiamodazero@gmail.com 

NEL  LIMITE

di Andrea Ciresola

L’invenzione del Bello da parte dei greci ha da sempre costituito un riferimento estetico con il quale gli artisti si sono confrontati in una sorta di sfibrante corpo a corpo. Per secoli è stato un vero e proprio tormento, visto che è stato formulato come un tema assoluto, privo di vie di fuga, di scorciatoie o di possibilità di azione al di fuori di esso. Anche nel tentativo tentato di negarlo, si è solo continuato a confermarlo, in maniera incessante e apparentemente senza soluzione di continuità.
Il Bello è stato rappresentato in tutte le sue forme, quasi che la perfezione fosse riconoscibile solo in questa categoria estetica. Gli artisti sono arrivati al punto di compilare una serie di regole per coniugare un vero e proprio alfabeto.
Eppure nello stesso periodo nel quale i greci allestivano una teoria che avrebbe alimentato il dibattito per molti secoli, alcuni pensatori iniziavano ad elaborare una nuova idea da opporre all’estetica del Bello. Il valore dell’opera d’arte oltrepassava l’oggetto in sé per approdare a quello che l’opera potenzialmente era in grado di produrre nella mente dello spettatore.
Il concetto di Bello venne portato al limite, sulla soglia più alta, nel sub limen: nel “Sublime”.
Nel momento in cui questa nuova estetica ha iniziato a inocularsi nelle coscienze degli artisti (e degli spettatori) è cambiato lo scenario e si sono aperti spazi che attendevano solo di esser riempiti.
La contemporaneità ha prodotto una serie di azioni in sequenza, universalmente riconosciute come Avanguardie Storiche, e l’arte odierna è figlia di questa coraggiosa madre, vecchia ormai di almeno duemila anni, eppure ancora così feconda.
Ero alla ricerca di un titolo che potesse radunare sotto un unico tetto i dipinti di Marilena Abbondanza e ho deciso di inserire questa introduzione mentre riflettevo sui dipinti che scorrevano davanti ai miei occhi.
Le opere di Marilena Abbondanza opponevano qualche resistenza al tentativo di unificare i suoi lavori sotto un’unica etichetta. Ricevevo (e li ricevo ancora) messaggi di tendenza diversa senza essere opposti.
Alcuni lavori navigano in territori esplicitamente astratti, privi di qualsiasi elemento figurativo. Un astrattismo limpido e senza sbavature, così netto da non generare alcun dubbio sulla loro appartenenza. Vi sono poi una serie di opere (che abbiamo deciso di testimoniare in questa esposizione) che suggeriscono una tentazione figurativa pur restando in linea con l’astrazione di cui prima.
Ma com’è possibile?

Si tratta di un ossimoro artistico, tutto giocato nel limite fra due territori segnati da un confine per nulla incerto. Come se fossero due nazioni che hanno capitali, monete, lingue e religioni diverse che condividono una frontiera. Una frontiera che può esser oltrepassata in determinati punti, attraverso stretti e impervi valichi, tentando passaggi da una zona all’altra mediante controlli delle identità. I varchi da un territorio all’altro non sono per nulla scontati, si paga un pedaggio, si subiscono perquisizioni …
Stare nel limite costa fatica, si rischia di conoscere due lingue diverse senza sentire di appartenere fino in fondo né a l’una né all’altra regione.
Ritengo sia una posizione privilegiata quella di Marilena Abbondanza. Non una posizione di comodo ma privilegiata, in quanto osservatorio di esperienze multiple. L’artista può spingersi a provare il brivido di uscire dal sé che spesso ci consegna il senso comune, il giudizio, il ruolo che ci viene assegnato, per approdare a esperienze che sono precluse agli artisti che navigano nelle tranquille acque convenzionali.
È un gioco che Marilena Abbondanza manovra con disinvoltura e lo si vede nella forte impronta astratta che anche i dipinti figurativi continuano a portare in grembo, quasi che un mantra accompagnasse il suo lavoro indipendentemente dal territorio che ha deciso di attraversare. Le immagini che vediamo rivelano oscillazioni intriganti, segnano il passaggio fra una frontiera e l’altra e ci tengono sospesi in equilibrio sopra il colore. Qualità propria di chi ha un lasciapassare.
Discutendo con l’artista dei suoi dipinti vedo con chiarezza la parte superiore dell’iceberg, quella che anche lei percepisce, tuttavia è molto più interessante la parte nascosta, quella regione sconosciuta anche all’artista stessa.
Ogni lavoro di Marilena Abbondanza muove da qualcosa che lei vede, riconosce, e sono forme naturali, visibili a tutti noi: una mela, la luna, il tavolo …
Se l’elaborazione che ne scaturisce è profondissima, ci trasporta in un mondo inatteso, dove l’artista ha abdicato alla sua fonte originale (mela, luna, tavolo) liberando la forma da ogni riferimento che l’ha generata.
Se l’elaborazione è più leggera, continuano a resistere nell’immagine tracce della forma originale e sopravvive quindi la figurazione. Non è importante sapere se questo avviene per la forza della figura o la pigrizia dell’azione artistica, di fatto riconosciamo un mondo interiore libero da schemi precostituiti.
Nelle tribù primitive erano gli uomini ad assumere il ruolo di artisti e interpretavano il compito elaborando visioni piuttosto realiste; rispondevano a bisogni primordiali come riuscire a cacciare per guadagnarsi il cibo o figurare gli animali in chiave difensiva per rispondere al bisogno primario della sopravvivenza. Le donne, spesso, dipingevano forme geometriche prive di qualsiasi elemento simbolico o religioso e quando si applicavano nella deformazione delle strutture ecco affiorare bisogni più profondi rispetto alla sola arte decorativa.

L’opera di Marilena Abbondanza ricalca questi antichissimi cliché?

Forse. Di certo oggi sappiamo maneggiare con maggior precisione le nostre vite interiori, riconosciamo in ogni uomo le parti femminili e sappiamo per certo dell’esistenza delle zone maschili dentro ogni donna. Ciò che ci rende quello che siamo (e diversi da tutti gli altri) sono i pesi che attribuiamo a queste caratteristiche …
Marilena Abbondanza si muove dentro questi concetti nello stesso modo in cui si sono mossi gli artisti europei dall’Impressionismo in poi.
L’arte non è più manifestazione, ma produce fatti concreti. È merito degli Impressionisti avere attivato, con il loro intervento, una frattura contro e dentro l’oggetto.
E cos’è, se non questo, il tentativo artistico di Marilena Abbondanza?
Lavorare con l’oggetto, fino a comprenderlo per poi trasfigurarlo… e dentro questo continuo travaglio, affermare la libertà dell’artista dalla stringente esigenza di dare un contenuto.
Qui (dove tutto è possibile)
oggi (dove ogni cosa è lecita)
possiamo allentare la tensione del  fare Arte, lasciando latente il problema di conoscere le ragioni alla spinta creativa.
Esaurita la ricerca del Bello, indagata l’esperienza distruttiva, Marilena Abbondanza ricomincia da capo ogni giorno, tracciando una linea, la sua linea. L’arte non è teoria ma frutto, passione, desiderio del proprio angolo di perfezione.
Lo spettatore si abbandona allo sguardo dei dipinti, il critico ne svela qualche atomo di pensiero e l’artista interviene sulla realtà, la modifica ed è responsabile di questo intervento.

Andrea Ciresola

Monteforte d’Alpone 11 gennaio 2018 giorno di Sant’Igino Papa, nato ad Atene.

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